martedì 9 ottobre 2012

VAL TROVAI - RIFUGIO TELEGRAFO

Dopo qualche settimana di sosta, e un sabato deludente in mountain bike, per la solita strada sterrata diventata privata, ci voleva una bella camminata sfidante.
Ho scelto questa ascesa a Cima Telegrafo sul Monte Baldo, 1100 m. di dislivello, sfruttando quest'autunno da 'fine estate' e la voglia di ritrovare il ritmo delle ultime camminate.

La partenza è dopo Prada (S. Zeno di Montagna), lungo la strada che porta ad Assenza di Brenzone. Strada con una discesa molto impegnativa anche per le auto, ma io fermo in prossimità del primo tornante.
Sono già le 10, 15 gradi e il cartello segna che mi separano 3 ore e mezza dalla meta.
L'inizio è su strada in mezzo al bosco, già con una bella pendenza. Però riesco a prendere un ritmo che mi soddisfa. Penso a quanto deve essere impegnativo salire in mountain bike.
Mi sento raggiungere da un escursionista. Cammina sciolto e, stranamente, porta lo zainetto girato sul petto. Due chiacchiere sull'opportunità di sfruttare questo fine stagione, e poi prende il largo. Si vede che è allenato e che conosce il percorso da come sceglie con sicurezza le scorciatoie.
Esco dal bosco in prossimità di una pozza d'acqua e guardo in alto. Non promette bene. Mi tolgo la maglia a maniche lunghe, più per il movimento che per la temperatura. La sterrata diventa sentiero e adesso tira proprio. Fino ad un bivio, dove la scelta è quella di proseguire per il sentiero 654 o deviare per la variante del 'Forcellin'. Opto per la prima, la seconda sarà il mio ritorno.
Guardo con soddisfazione i tempi segnati, in un'ora ho percorso quello che era previsto in 1 ora e mezza.
Si ricomincia a salire e, tranne qualche traverso in falsopiano, la pendenza non accenna a diminuire. Come ho già avuto modo di dire, sono sentieri 'ascensore', ti fanno salire anche se non vuoi.
Guardo verso valle e vedo in arrivo un altro 'collega'. E' meno gagliardo di quello precedente. Infatti, ad un certo punto, si ferma. Salgo fino alla deviazione per il 'Sentiero Natura'. Quello del percorso Rif. Fiori del Baldo - Rif. Telegrafo - Sentiero Natura - Prada, e l'avventura col salto di roccia.  Mi fermo a fare foto, che sono sempre un'ottima scusa per prendere fiato, ed intanto l'escursionista mi raggiunge. Anche lui deve essere esperto del percorso, infatti ci tiene a dirmi che questa è la parte più dura.
A ben guardare da dove sono salito, sembra proprio così. Del resto difficile fare peggio!
Arrivo sopra, c'è un pianoro prima della serpentina finale, e mi accoglie una nuvola bassa. Il solito tempo del Baldo: una scommessa!
Salgo e rivedo che l'escursionista che mi ha appena superato, non ha preso molto vantaggio. Si è affiancato ad un altro che mi precedeva, probabilmente di sua conoscenza, e ha preso il suo ritmo.
Li raggiungo quando comincio ad essere in vista del Rifugio Telegrafo. Il cielo si è schiarito. Credo che il tema della loro discussione sia 'Parenti serpenti'. Parla di nipoti che si approfittano dei suoi soldi e del fatto che lui, testualmente 'non so mia un cojon!'. Il tutto all'insegna della serena domenica in famiglia!
Arrivo al Rifugio. Il panorama è, come sempre, degno di nota. Nei mesi scorsi portavo il mal tempo, adesso porto sereno, che voglia dire qualcosa?
Entro felice. 2 ore 20 minuti rispetto alle 3 ore e mezza previste. 470 m. di dislivello all'ora. Non sono di certo prestazioni da skyrunner, ma mi ci voleva un po' di autostima, dopo il sabato di sofferenza in mountain bike.
Mi merito una pasta che mi portano abbondante in men che non si dica. Ringrazio il gestore per avermi fatto scoprire, nell'occasione precedente,  il Sentiero Natura e chiedo com'è la variante del Forcellin.
Mi rassicura che non è niente di impegnativo, e che in un tratto si è assistiti per sicurezza da una catena.
Dopo mezz'ora sono già fuori dal rifugio e riprendo la strada. Prima tornado sui miei passi e poi voltando verso la variante del Forcellin.
La prima parte del sentiero è proprio bella. Ti porta leggermente verso Nord e si apre verso Lago bresciano.
Poi, piano pian,o il sentiero si restringe, i passaggi in discesa diventano meno 'fluidi'. Insomma il giusto per, usando un eufemismo, tenere alto il livello d'attenzione. Arrivo anche ai tratti 'attrezzati', che sono due a poca distanza, e mi portano al detto 'Forcellin'. Bella la vista del lago trentino.
L'ultimo tratto di sentiero mi porta ad una riflessione: io sono in montagna per godermi il camminare, mica per mettermi ansia. Il proseguo oltre al Forcellin mi sembra addirittura peggio dell'ultimo tratto. Sentiero stretto e versante ripido. E non c'è scritto da nessuna parte che io debba farlo.
Alternative? Tornare indietro, probabilmente un'ora di salita, o scendere direttamente dal ghiaione sottostante  in Val delle Nogare, al sentiero fatto all'andata.
Opto per la seconda soluzione. Trovo subito una traccia di sentiero che via via diventa sempre più netta. Qualcun altro ha fatto la stessa scelta prima di me. Certo ce la sto mettendo tutta per procurarmi un'altra storta alle famose caviglie. Ma sono graziato e arrivo al bivio della variante del Forcellin della mattina.
Incrocio un terzetto misto di giovani, che salgono all'insegna de 'L'uselin dela comare'. Chissà per quanto tempo il capocoro manterrà quella verve!
Faccio anche una riflessione sull'uso inopportuno di urli vari in montagna. Durante la discesa mi ero fermato per sincerarmi che non fossero richieste di aiuto.
Il sentiero confluisce nella strada forestale. Apprezzo il solito benessere dato dall'entrare all'ombra del bosco e arrivo, dopo due ore di discesa, all'auto. Soddisfatto per aver ritrovato il mio ritmo. Accendo la radio, e mi lascio accompagnare a casa da Siena -Juventus! Buona Domenica!



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