lunedì 22 aprile 2013

L'ALTRA FACCIA DEI SOCIAL NETWORK

Qualche mese ho sentito Fulvio Scaparro dire 'sento persone che hanno 2000 amici su Facebook, io faccio fatica a tenerne 2!'.
Recentemente ho letto una frase in un post che recitava più o meno '...per fare rete serve sempre la stretta di mano!'
La solita invettiva verso il moderno? Una visione troppo riduttiva rispetto alle grandi potenzialità della rete?
A me risuona un po' come quando si diceva che la calcolatrice avrebbe creato generazioni incapaci di 'far di conto'.

Ammetto il mio peccato. Non ho un profilo Facebook. Per usare un luogo comune, non credo che i miei ex compagni di scuola vivano notti insonni per questo.
Faccio largo uso di molti altri social network, attraverso i quali:
- accedo a contenuti con una velocità e profondità che non mi sarei mai immaginato;
- condivido contenuti con una visibilità potenziale molto alta;
- mi relazione con persone, già conosciute o di nuova conoscenza, con cui condivido alcuni interessi;
- ho allargato i confini di questi relazioni così tanto che non riesco a vederli.

Ritengo che tutto questo sia semplicemente meraviglioso. Per chi ha curiosità, offre opportunità di ricerca che spesso vanno oltre a quanto si immagina.
Forse porta con sè il problema delle fonti. Oramai la frase 'l'ho sentito alla tv', è stata sostituita da 'l'ho letto su internet'.
Ma proprio l'interazione sociale consente di verificare queste fonti. Dai giudizi su libri o sui ristoranti, alla pratica del fact checking.

A differenza del mondo 'faccia a faccia' (non mi piace la distinzione reale-virtuale, perchè ritengo che le relazioni nei socialnetwork siano realissime, anche se con modalità diverse), il mondo dei social network ha una grande capacità di compiacimento.
Il collega rompi, purtroppo, lo dovrai sopportare, l'antipatico account di twitter lo potrai smettere di seguire. Costruendoti così un 'intorno' che rischia di essere intriso di compiacimento.
L'altra faccia dei social network è quella della sirena. La figura mitologica che, attraverso il suo seducente richiamo, adesca la propria vittima, facendo leva su consolazione e piacere.
Tutto questo è largamente possibile sui social network. Senza alcuna colpa degli stessi che, essendo uno strumento, sono ambasciatori che non portano pena.
Vivono rispetto a quello che l'utilizzatore cerca. E come tutti gli strumenti sono fantastici per alcune cose e hanno forti limiti per altre.

Come il vino può diventare un micidiale strumento consolatorio, così i Social. Fino alla dipendenza. Fino al sentire il bisogno di aprire Facebook per trovare qualche like alla nostra ultima foto pubblicata, senza avere il coraggio di chiedere il numero di telefono alla ragazza che incontriamo sempre al bar.
Il bacio arriverà solo da lei. Solo così ci potremmo riscaldare la vita. E credo che il suo numero non l'abbia pubblicato su Facebook....



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