Parcheggio a fianco dell'Albergo Belvedere di Giazza (m. 789). L'auto al sole, consapevole che quando la ritroverò potrò usarla a mo' di forno a microonde. La partenza è sul tornate in corrispondenza della Fontana della Loche.
Prendo la strada sterrata che entra nel bosco, apprezzando già il refrigerio e superando qualche strappo che richiama immediatamente lo spirito non 'vacanziero' del percorso che sta iniziando.La strada sterrata continua, superando una deviazione che porterebbe direttamente a Malga Terrazzo fino ad un bivio, dove si abbandona la forestale per iniziare il percorso in mezzo al 'canyon'.

Il sentiero alterna momenti di salita anche impegnativa, in fondo ci sono 700 m. di dislivello tra Giazza e Malga Fraselle di Sotto (m. 1475), a tratti di falsopiano che consento di rifiatare e di gustarsi il camminare all'ombra. Del torrente nessuna traccia. Non ho capito se per siccità o perchè scorra sotto al letto di rocce. Solo in qualche punto l'uso del verbo 'guadare' ha un minimo di significato.
Salendo, le soddisfazione aumentano. Il panorama verso Giazza e i Lessini comincia a prendere forma, e cominciano a vedersi qua e là qualche cascatina e qualche risorgiva.Indubbiamente si sale. Prima dell'erta prativa finale, che porta a Malga Fraselle di Sotto, raggiungo una famiglia. Il padre, guida del gruppo sotto l'attenta vigilanza della moglie, mi racconta il giro che ha intenzione di fare. Peccato che si sia dimenticato a casa il foglietto con le indicazioni. La moglie è troppo gioviale per essere vero. Cerca un improbabile collegamento a internet con lo smartphone, e optiamo per la cara, classica, inossidabile cartina.
Vuole conferme topografiche rispetto ai suoi ricordi. Non le troviamo tutte, ma alle volte un po' di sana esplorazione può risultare interessante. Meglio se accompagnata da una buona dose di ottimismo e gamba.
Esco dal bosco e vedo Malga Fraselle di sotto. Non ricordo quale delle due dovrebbe essere aperta come punto di ristoro. Ma quando ci arrivo, capisco che non è quella di Sotto e intuisco che probabilmente non lo sarà neanche quella 'di Sopra'.
Mangio la classica mezza barretta energetica, accompagnandola dal nuovo integratore al limone, e riparto per Malga Fraselle di Sopra (m. 1630) e Passo Ristele (m. 1641). In 20 minuti raggiungo la Malga, evito di recarmi al Passo e prendo la strada sterrata che sale al Passo Zevola (m. 1820).La strada procede larga in costa. Incrocio qualche mbiker che scende, probabilmente arriva dal Rif. Scalorbi (m. 1770) e ad un bivio, invece che continuare la salita, devio per il sentiero che porta sul Monte Terrazzo (m 1876) e l'omonima Malga (m. 1546).
Il sentiero è molto bello. In costa e appena sotto alla cima prativa del Monte, con panorama sulla Val Fraselle, verso la Lora e verso la Lessinia. I miei ricordi lo avevano archiviato come molto più stretto e 'ansioso'. Invece me lo sto godendo tutto, e ad ogni curva regala uno scorcio nuovo.
Mi fa immaginare un mega giro sul Carega: Giazza - Val Fraselle - Zevola - 3 Croci - Rif. Scalorbi - Obante - Cima Carega - Rif. Fraccaroli - Via delle Creste - Rif. Pertica - Sentiero per Malera - Rif. Boschetto - (o Rif. Pertica - Rif. Revolto - E5 -) - Giazza. Non sarebbe male direi! In un giorno il bello del Carega al prezzo di 1400 m. di dislivello!
Quando il sentiero finisce inizia una ripida discesa.
E torna il fastidio e poi il dolore al ginocchio sinistro, presentatosi sulle 'highlands' della Lessinia. Il caro Emilio mi ha detto che potrebbe essere semplice formazione di acqua e Madda mi ha consigliato una ginocchiera elastica. Provvederò per le prossime ferie in Val Pusteria. Intanto fa male!
La discesa è prima in mezzo ai mughi, con un tepore che non ha nulla da invidiare alle saune, e poi entra nel bosco, facendo ristorare anche gli occhi che - francamente - non ne potevano più degli occhiali da sole.La speranza è che sia aperto il punto di ristoro del Cai di S. Bonifacio a Malga Terrazzo. Ma quando la raggiungo noto solo la presenza di un paio di famiglie, intente a godersi il picnic del Sabato. Pazienza, pranzerò a Giazza.
Bevo un po' di integratore e poi riprendo. Adesso il sentiero corre in mezzo al bosco. Appena dopo la partenza supero una coppia di escursionisti che erano partiti prima di me.
Esco dal bosco a Campostrin (m. 1254). Entro nel prato ed è un concerto di grilli impressionate. Io non so quanti siano ma il loro frinire è notevole.
Il dolore torna a farsi sentire assieme col progressivo calo del refrigerio, segnale inequivocabile che l'afa della pianura si avvicina. Dopo Campostrin rientro nel bosco e il sentiero ricomincia a scendere e con esso torna il dolore.
Tale e tanto che devo rallentare e farmi avvicinare e poi raggiungere dagli escursionisti superati in partenza.
Ma ormai sono sopra le case di Giazza.
Mi fermo all'Albergo Belvedere per un panino e una birra, ampiamente meritati, e poi prendo il coraggio per affrontare le temperature dell'auto.
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