A dare il colpo finale, la domanda di una giovane fidanzata, nell'ambito di una serie di riflessioni sulla vita di coppia: ma cosa potremmo fare per mettere le basi per una vita assieme?
Io, di certo, non ho titoli per dare consigli. Ho solo potuto dire come la penso, e la sintesi è stata proprio la parola STUPORE!
Quando penso a questo stato d'animo, mi immagino la salita di un 8000. Mesi di preparazione a casa, giorni aggrappati a quella montagna, diversi campi a fare da punti di appoggio. Situazioni precarie e tanta fatica. Sempre meno sherpa a dare una mano.
E tutto per cosa? Per quei 3 minuti in vetta, dove volgere lo sguardo all'orizzonte, sapere di essere sopra tutto, toccare l'infinito. Una foto ricordo, se le condizioni lo permettono, e poi giù, rischiando e faticando almeno quanto prima.
Nessuno si sognerebbe di disgiungere preparazione e avvicinamento dall'epilogo finale. Lo stupore ha una componente importante, la preparazione e la fatica.
Questo ho raccontato a quella ragazza. Quanto per me, in tanti aspetti della vita, lo stupore sia diventato importante. Quanto per lo stupore ci si possa compromettere. Per la vetta però, non per lo sherpa!
E raccontarsi, nelle relazioni, che chi hai a fianco è la tua vetta, ma in realtà è solo il tuo sherpa, è un pericolo che è sempre dietro l'angolo.
Ma lo stupore cos'è? E' qualcosa che ti fa sentire piccolo. Qualcosa che ti dice che c'è molto di più di quanto vedi e di quanto sai. Qualcosa per cui vale la pena essere curiosi.
La cosa bella dello stupore è che spesso ti spiazza, ti coglie all'improvviso. Giri il sentiero e, dietro la curva, c'è il panorama che non ti aspettavi.
Curiosità e stupore. Un gioco che rende vive le relazioni, e per cui non esiteresti a rischiare.
eh, già, caro Lello...Lo stupore...Mi piace pensare (e credere) che la realtà sia quella cosa su cui focalizzo la mia attenzione e che, se sposto il baricentro della mia osservazione da dove è adesso, scopro cose meravigliose, nuove, degli altri e di me...allora posso provare a mettermi nei panni dello sherpa, della picozza, della montagna, della neve, del cielo, dello zaino, della vetta e del campo base...e osservare il mondo da lì, anzichè da qui...come aumenta lo STUPORE!
RispondiEliminaaggiungerei anche quest'altra cosa: il modo di "osservare" e di "conoscere" (cioè il modo con cui utilizzo la mia attenzione) ha diversi livelli...e come conseguenza posso godere di diversi livelli di stupore: se osservo e conosco in maniera analitica, razionale, mi viene da dire sequenziale, se guardo il mondo come separato da me, una sequenza di oggetti e considero me stesso come un "osservatore" che seleziona, isola, immagazzina conoscenza attraverso la rappresentazione che ne faccio, il mio stupore probabilmente verrà "dopo" aver ottenuto un qualche "risultato" (bello o brutto che sia)...e questo sarà necessariamente legato a uno spazio e a un tempo...uno stupore tutto sommato limitato, per definizione...
RispondiEliminaSe osservo, sento e conosco a partire da una dimensione diversa, che include chi sono dal passato, chi sono in questo presente, chi sarò nel futuro, in una sorta di unità con tutto il resto, il mio stupore sarà di natura completamente diversa, lo stupore che non ha parole per essere descritto...
Chi non si aspetta l'inaspettato non conoscerà Verità.
RispondiElimina(Eraclito,filosofo della Magna Grecia)
Gennarino Cacace