Di fronte alla dialettica in corso, ho fatto le seguenti riflessioni 'in movimento' (mi riservo di cambiare idea!):
1. la vera garanzia per qualsiasi lavoratore è la sua professionalità. Nessuna azienda si priverebbe mai di un collaboratore che porta valore. Rispetto a quando è stato concepito l'art. 18 la velocità di cambiamento è cresciuta in modo esponenziale. Per questo l'adeguamento della professionalità deve essere costante. Io penso debba essere a carico del lavoratore, con un sistema fiscale che agevoli questo;
2. i diritti per i lavoratori delle piccole e grandi aziende sono stati uniformati. Questa è una bella cosa;
3. il sussidio alla disoccupazione sostituisce la mobilità. Riterrei un grande vantaggio che diventasse uno sgravio contributivo per le aziende che assumono disoccupati che stanno percependo tale sussidio;
4. è una grave discriminazione che la cosa non valga per il settore pubblico.
A qualcuno non piace come è stata configurata la riforma? Legittimo. Però facciamo come si fa in un paese normale: moral suasion nell'itinere legislativo ed eventuale referendum abrogativo. Non mi spaventano le masse che manifestano, mi spaventa quando si alza il livello della tensione e ancor di più il silenzio complice. Non ci sono bastati D'Antona e Biagi?
Aggiornamento del 31.03: coerente con la caratteristica 'in movimento' della riflessione, ho approfondito da qualche giorno come verranno intesi i rapporti con Partita Iva. Spero che in itinere la norma venga configurata meglio, ma presumere che lavorare per il 75% per un cliente sia un rapporto di lavoro subordinato vuol dire avere un'idea bizzarra della consulenza. La ritengo una norma illiberale. Ma quanto scritto sopra non cambia di una virgola, in particolar modo le ultime 3 righe!
Aggiornamento del 31.03: coerente con la caratteristica 'in movimento' della riflessione, ho approfondito da qualche giorno come verranno intesi i rapporti con Partita Iva. Spero che in itinere la norma venga configurata meglio, ma presumere che lavorare per il 75% per un cliente sia un rapporto di lavoro subordinato vuol dire avere un'idea bizzarra della consulenza. La ritengo una norma illiberale. Ma quanto scritto sopra non cambia di una virgola, in particolar modo le ultime 3 righe!
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